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storia_del_pensiero_buddhista_2022_23

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storia_del_pensiero_buddhista_2022_23 [2023/02/27 16:31] – [Le quattro nobili verità: una diagnosi della condizione universale] kekkokekstoria_del_pensiero_buddhista_2022_23 [2023/03/02 16:00] (versione attuale) – [Buddhismo in Cina] kekkokek
Linea 462: Linea 462:
   *retta concentrazione   *retta concentrazione
  
-Bisogna sviluppare gli Otto sentieri" con un approccio "olistico", perfezionandoli contemporaneamente e in modo equilibrato. Questo implica che non occorre predisporre un ordine sequenziale di questi sentieri ma, piuttosto, l'indicazione che il percorso buddhista tenda complessivamente a tutte le sfaccettature di una singola attività quotidiana, sia mentale che fisica, verbale o spirituale. Esso però può essere considerato secondo tre tipologie di perfezionamento denominate in sanscrito trīṇiśikṣaṇi o śikṣā-traya, (pāli tisikkhā, cin. 三學, sān xué, giapp. san gaku, tib. bslab pa gsum). Questo ordinamento prevede una "spirale" di perfezionamento. Ogni passo procede ad un elevamento verso quello successivo che poi spinge quello che lo precede. +Bisogna sviluppare gli Otto sentieri" con un approccio "olistico", perfezionandoli contemporaneamente e in modo equilibrato. Questo implica che non occorre predisporre un ordine sequenziale di questi sentieri ma, piuttosto, l'indicazione che il percorso buddhista tenda complessivamente a tutte le sfaccettature di una singola attività quotidiana, sia mentale che fisica, verbale o spirituale. Esso però può essere considerato secondo tre tipologie di perfezionamento denominate in sanscrito trīṇiśikṣaṇi o śikṣā-traya, cin. 三學, sān xué, giapp. san gaku). Questo ordinamento prevede una "spirale" di perfezionamento. Ogni passo procede ad un elevamento verso quello successivo che poi spinge quello che lo precede. 
-  *la "prima tipologia di perfezionamento" viene denominato in sanscrito adhiśīlam (cin. 戒學 jièxué, giapp. kaigaku) e riguarda la moralità (sanscrito śīla, pali sīla, cinese 戒 jiè, giapp. kai, tib. tsul-khrims):+  *la "prima tipologia di perfezionamento" viene denominato in sanscrito adhiśīlam (cin. 戒學 jièxué, giapp. kaigaku) e riguarda la moralità (sanscrito śīla, cinese 戒 jiè, giapp. kai):
     *Retta parola, cioè l'assunzione della personale responsabilità delle nostre parole, ponendo attenzione nella loro scelta e ponderandole in modo che esse non producano effetti nocivi sugli altri e di conseguenza a noi stessi; ciò significa anche che il nostro agire deve essere improntato al nostro parlare e corrispondere ad esso.     *Retta parola, cioè l'assunzione della personale responsabilità delle nostre parole, ponendo attenzione nella loro scelta e ponderandole in modo che esse non producano effetti nocivi sugli altri e di conseguenza a noi stessi; ciò significa anche che il nostro agire deve essere improntato al nostro parlare e corrispondere ad esso.
     *Retta azione, cioè l'azione non motivata dalla ricerca di egoistici vantaggi, svolta senza attaccamento verso i suoi frutti.     *Retta azione, cioè l'azione non motivata dalla ricerca di egoistici vantaggi, svolta senza attaccamento verso i suoi frutti.
-    *Retta sussistenza, cioè vivere in modo equilibrato evitando gli eccessi, procurandosi un sostentamento adeguato con mezzi che non possano arrecare danno o sofferenza agli altri. Questo comporta anche la corretta padronanza delle proprie intenzioni, in modo che esse siano sempre orientate e dirette lungo la linea mediana di condotta di vita (sanscrito madhyamāpratipad, pāli majjhimpaṭipāda, cinese 中道 zhōngdào, giapp. chūdō, tib. dbu 'i lam) lontana dagli estremi dell'ascetismo e dell'edonismo. +    *Retta sussistenza, cioè vivere in modo equilibrato evitando gli eccessi, procurandosi un sostentamento adeguato con mezzi che non possano arrecare danno o sofferenza agli altri. Questo comporta anche la corretta padronanza delle proprie intenzioni, in modo che esse siano sempre orientate e dirette lungo la linea mediana di condotta di vita (sanscrito madhyamāpratipad, cinese 中道 zhōngdào, giapp. chūdō) lontana dagli estremi dell'ascetismo e dell'edonismo. 
-  *la "seconda tipologia" viene denominata in sanscrito adhicittaṃśikṣā (pāli adhicitta-sikkhā, cinese 增上心學 zēngshàngxīn xué, giapp. zōjōshin gaku, tib. lhag pa'i sems gyi bslab pa) e riguarda la specificità della meditazione (sanscrito e pāli samādhi, cinese 定 dìng, giapp. jō, tib. ting nge 'dzin): +  *la "seconda tipologia" viene denominata in sanscrito adhicittaṃśikṣā (cinese 增上心學 zēngshàngxīn xué, giapp. zōjōshin gaku) e riguarda la specificità della meditazione (sanscrito samādhi, cinese 定 dìng, giapp. jō): 
-    *Retto sforzo, cioè lasciare andare gli stati non salutari e coltivare quelli salutari. Significa anche confidare nella bontà della propria pratica buddhista perseverando con un corretto ed equilibrato impegno nello sforzo, motivato dalla fede (sanscrito śraddhā, pāli saddhā, cinese 信 xìn, giapp. shin, tib. dad-pa) che al buddhista praticante proviene dai risultati ottenuti nell'avanzamento lungo il percorso della propria personale realizzazione spirituale e nell'avanzamento verso una sempre maggiore capacità di esercitare la "Corretta azione" nella propria pratica buddhista. +    *Retto sforzo, cioè lasciare andare gli stati non salutari e coltivare quelli salutari. Significa anche confidare nella bontà della propria pratica buddhista perseverando con un corretto ed equilibrato impegno nello sforzo, motivato dalla fede (sanscrito śraddhā, cinese 信 xìn, giapp.) che al buddhista praticante proviene dai risultati ottenuti nell'avanzamento lungo il percorso della propria personale realizzazione spirituale e nell'avanzamento verso una sempre maggiore capacità di esercitare la "Corretta azione" nella propria pratica buddhista. 
-    *Retta presenza mentale, cioè la capacità di mantenere la mente priva di confusione, non influenzata dalla brama e dall'attaccamento (sanscrito tṛṣṇā, pāli taṇhā, cinese 愛 ài, giapp. ai, tib. sred-pa). +    *Retta presenza mentale, cioè la capacità di mantenere la mente priva di confusione, non influenzata dalla brama e dall'attaccamento (sanscrito tṛṣṇā, cinese 愛 ài, giapp. ai). 
-    *Retta concentrazione, cioè la capacità di mantenere il corretto atteggiamento interiore che porta alla corretta padronanza di se stessi durante la pratica della meditazione (sanscrito dhyāna, pāli jhāna, cinese 禪那 chánnà, giapp. zenna, tib. bsam-gtan). +    *Retta concentrazione, cioè la capacità di mantenere il corretto atteggiamento interiore che porta alla corretta padronanza di se stessi durante la pratica della meditazione (sanscrito dhyāna, cinese 禪那 chánnà, giapp. zenna). 
-  *la "terza tipologia" viene denominata in sanscrito prajñā-śikṣā (pāli paññā-sikkhā, cinese 慧學 huìxué, giapp. egaku, tib. shes-rab-kyi bslab-pa) e riguarda la saggezza (sanscrito prajñā, pāli paññā, cin. 慧 huì, giapp. e, tib. shes-rab):+  *la "terza tipologia" viene denominata in sanscrito prajñā-śikṣā (cinese 慧學 huìxué, giapp. egaku) e riguarda la saggezza (sanscrito prajñā, cin. 慧 huì, giapp.):
     *Retta visione, cioè il riconoscimento delle "Quattro Nobili Verità" attraverso la loro corretta conoscenza e la conseguente loro corretta visione.     *Retta visione, cioè il riconoscimento delle "Quattro Nobili Verità" attraverso la loro corretta conoscenza e la conseguente loro corretta visione.
-    *Retta intenzione, cioè il corretto impegno sostenuto dalla "Retta visione" nel padroneggiare la tṛṣṇā (l'attaccamento al desiderio di vivere, alla brama ed all'avidità di esistere, di divenire o di liberarsi, al desiderio di affermare il proprio presunto «sé esistente») e dalla compassione (sanscrito e pāli karuṇā, cinese 慈悲 cíbēi, giapp. jihi, tib. snying-rie)[8] per tutti gli esseri.+    *Retta intenzione, cioè il corretto impegno sostenuto dalla "Retta visione" nel padroneggiare la tṛṣṇā (l'attaccamento al desiderio di vivere, alla brama ed all'avidità di esistere, di divenire o di liberarsi, al desiderio di affermare il proprio presunto «sé esistente») e dalla compassione (sanscrito karuṇā, cinese 慈悲 cíbēi, giapp. jihi) per tutti gli esseri.
  
 +È una ristrutturazione intellettuale, emotiva e morale. 
 +
 +===== Mahāyāna =====
 +
 +Non passò molto tempo prima che sorgessero dei disaccordi, inizialmente su questioni di pratica monastica e in seguito sulla dottrina e, in assenza di un'autorità centrale si svilupparono tradizioni differenti. Il disaccordo più grave
 +si verificò circa un secolo dopo la morte del Buddha tra un gruppo, in seguito designato come "Anziani" (Sthaviras), e un altro noto come "Assemblea Universale" (Mahāsaṅghikas).
 +
 +La causa più probabile dello scisma, non furono come sostengono alcuni, motivi dottrinali, ma sembra essere stato il tentativo da parte degli anziani di modificare la Regola monastica introducendo ulteriori regole di condotta. A tempo debito sia gli Anziani che l'Assemblea Universale si frammentarono in una serie di numerose sotto-scuole. Tutte queste si sono estinte nel frattempo, con l'eccezione del Theravāda, che discende dalla tradizione degli Anziani. Tuttavia, molte di queste prime scuole hanno lasciato un'eredità nel contributo a un nuovo movimento rivoluzionario che divenne
 +noto come Mahāyāna, "Grande Veicolo". Esso pone grande enfasi nella ricerca della salvezza per gli altri. Questo idea trova espressione nell'ideale del bodhisattva, una persona che fa voto di lavorare instancabilmente per innumerevoli vite per condurre gli altri al nirvana.((p.71))
 +È la compassione (karunā) che muove un bodhisattva, non è un redentore, ma è con l'esempio che aiuta le persone, una guida. Il Buddha storico invece inizia sempre ad allontanarsi sempre di più: un essere così compassionevole non può essersi ritirato dall'esistenza, ma continua ad aiutarci in un mondo trascedente.  Emerse una nuova buddhologia in cui si sosteneva l'esistenza di "tre corpi" (trikāya) o esistenti in tre dimensioni: terrestre, celeste e trascendente:
 +  *il corpo terrestre (nirmānakāya) era il corpo umano 
 +  *il corpo  celeste (sambhogakāya) si trovava in un regno di beatitudine situato da qualche parte "a monte" del mondo che abitiamo ora
 +  *il corpo trascendente (dharmakāya) era identico alla verità ultima, la Buddhità in quanto tale.
 +
 +Non era raro che i monaci ordinati nell'Assemblea Universale, o anche in rami della tradizione degli Anziani, avessero dei Mahāyāna pur vivendo in comunione con confratelli che non lo facevano.
 +Emergono dei nuovi sutra di riferimento, scritti anonimi e a più mani: il Sūtra del Loto (200 ca.), intraprende una drastica revisione della storia buddista delle origini. Sostengono, in sostanza, che, sebbene il Buddha storico fosse sembrato vivere e morire come un uomo comune, in realtà era illuminato da sempre e che aveva rivelato una verità parziale perchè più comprensibile, c'era bisogno di un secondo giro della ruota del Dharma. Ciò che i seguaci del Mahāyāna cercavano soprattutto attraverso la loro pratica religiosa era seguire il sentiero del bodhisattva. Lo stadio iniziale cruciale è l'insorgere di quello che è noto come "pensiero di illuminazione" o bodhicitta. Questo potrebbe essere
 +considerato un'esperienza di conversione. Fa un voto (pranidhāna) di salvare tutti gli esseri conducendoli al nirvana. Al centro della pratica di un bodhisattva ci sono sei virtù, note come le Sei Perfezionini:
 +  *Generosità
 +  *Moralità
 +  *Pazienza
 +  *Coraggio
 +  *Meditazione
 +  *Saggezza
 +
 +Egli progredisce attraverso uno schema di dieci stadi (bhūmi), ognuno dei quali è un importante punto di riferimento sulla via del nirvana. Si creò un vasto pantheon di Buddha e Bodhisattva e si inizò ad affermare che tutti i mondi avessero avuto dei Buddha, così emersero nomi fittizi e regni dei Buddha. Una "famiglia" di cinque Buddha, è spesso raffigurata in diagrammi mistici circolari noti come mandala.
 +Man mano che i nuovi sūtra si moltiplicavano, i maestri buddisti cominciarono a comporre commentari e trattati che esponevano le basi filosofiche del Mahāyāna. Il più famoso di questi filosofi fu Nāgārjuna, che visse intorno al 150, e fondò una scuola conosciuta come la Madhyamaka o "scuola di mezzo". Nella tradizione canonica i dharma erano considerati i mattoni di cui erano composti tutti i fenomeni. Erano concepiti come impermanenti, ma non per questo meno reali. Su questa base, oggetti come tavoli e sedie venivano analizzati come composti di elementi piuttosto che come entità con una natura propria e duratura. Una sedia, ad esempio, potrebbe essere vista come composta solo da gambe, sedile e schienale: non c'è una "sedia" al di là di queste parti. Nāgārjuna, invece, interpretò la dottrina dell'origine in solo impermanente, ma priva di qualsiasi realtà intrinseca. Egli riassumeva questo dicendo che tutti i fenomeni, tavoli, sedie, montagne, persone sono semplicemente vuoti di qualsiasi essere reale. Però non sostiene che le cose non esistano, ma semplicemente che non esistono come
 +realtà indipendenti nel modo in cui la gente normalmente crede.
 +Questa linea di pensiero aveva un'altra importante implicazione, ossia che non ci può essere differenza tra il nirvana e il regno della rinascita ciclica (samsāra). Se ogni cosa è priva di esistenza reale, tutto è sullo stesso piano e non possiamo fare distinzoni, la differenza non sta nelle cose, poichè esse sono tutte vuote, la differenza allora starà dentro di noi e la nostra percezione delle cose. Ne consegue che il nirvana è qui e ora, se solo potessimo vederlo. La rimozione dell'ignoranza spirituale (avidyā) e la realizzazione che le cose sono vuote distrugge la paura o il desiderio per esse. Questo complesso di idee fu chiamato "la dottrina della vuoto" (śūnyavāda). 
 +Oltre alla dottrina del vuoto, sono sorti molti altri sistemi filosofici complessi, come l'insegnamento della "sola mente" (cittamātra), una forma di idealismo che vede la coscienza come unica realtà e nega l'esistenza oggettiva agli oggetti materiali.
 +Nessuno dei primi insegnamenti del Buddha viene rifiutato dal Mahāyāna, anche se a volte vengono reinterpretati in modo radicale. Le aree in cui il Mahāyāna è stato più innovativo sono state la sua buddhologia rinnovata e nei culti devozionali che sorsero intorno ai vari Buddha e bodhisattva.
 ===== Storia del buddhismo in India ===== ===== Storia del buddhismo in India =====
 +
 +Buddha storico (V-IV sec. a.C.) – vita e magistero nell’area degli antichi regni del Magadha e Kosala. Nei secoli successivi alla morte del Buddha ha inizio la diffusione della comunità buddhista oltre i confini della regione originaria. Tracce di questa diffusione restano nella lingua del canone theravāda
 +(fissato a partire dal I sec. a.C.), che riflette l’esistenza di diversi dialetti e sottodialetti in uso all’epoca di Aśoka (dal confronto con i testi delle iscrizioni rinvenuti in diverse parti del territorio indiano), come pure delle porzioni di altre tradizioni canoniche che ci sono giunte (canone mahāsāṅghika, sarvāstivāda, dharmaguptaka). Questi indizi suggeriscono la dispersione geografica della comunità buddhista nel subcontinente e la necessità di tradurre l’insegnamento del Buddha nelle lingue parlate nell’aree di diffusione della comunità anche se non è possibile precisare né l’epoca né il rapporto tra lingua, scuola e area di diffusione. La diffusione del Buddismo ricevette un notevole impulso nel III secolo a.C.
 +quando  Ashoka Maurya divenne imperatore dell'India intorno al 268 a.C.. Dopo una sanguinosa campagna sulla costa orientale, nella regione dell'attuale Orissa, provò rimorso e si convertì al Buddismo. Per il resto del suo lungo regno governò secondo i principi buddisti. Il resoconto di queste prime missioni si trova nelle iscrizioni in pietra che Ashoka lasciò in tutto il suo regno. 
 +Vennero fondate grandi università, come quella di Nālandā, vicino al sito dell'odierna Patna, che fiorì tra il VII e il XII secolo.
 +Importanti centri di buddismo sorsero sia nel sud e sia nell'estremo nord-ovest.
 +Subì una battuta d'arresto intorno al 450, quando una tribù dell'Asia centrale conosciuta come gli Unni bianchi, distrusse il buddismo. Durante la seconda metà del millennio le fortune del buddismo furono alterne, e alla fine del X secolo il nord fu nuovamente attaccato. Questa volta gli invasori erano Turchi musulmani che razziarono in cerca di bottino monasteri e simili.
 +Nel 1192 una tribù turca stabilì il dominio sull'India settentrionale, la prima di una serie di dinastie musulmane note come Sultanato di Delhi. Nel XVI secolo, i Moghul inaugurarono un'era di relativa stabilità e tolleranza religiosa. 
 +La storia del buddismo nel resto dell'Asia può essere comodamente discussa in termini di nord e sud. In generale, la forma Mahāyāna del buddismo predomina nel nord e la tradizione degli anziani nel sud. Dal momento che solo una delle dodici scuole della tradizione degli Anziani sopravvive oggi, quella nota come Theravāda, d'ora in poi parlerò delle due principali forme di Buddhismo sopravvissute come Mahāyāna e Theravāda.
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 +===== Buddhismo in Sri Lanka =====
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 +Secondo le cronache buddiste ivi conservate, il buddismo fu portato a Ceylon nel 250 a.C. da un monaco di nome Mahinda, un inviato dell'imperatore Ashoka. Mahinda e i suoi compagni monaci
 +fondarono una comunità monastica presso il Mahāvihāra ("Grande Monastero") nella capitale Anurādhapura. Fu in Sri Lanka, intorno all'80 a.C. che il Canone Pali fu messo per la prima volta per iscritto. Uno dei monaci più importanti fu Buddhaghosa, arrivato nel V secolo d.C.. Buddhaghosa raccolse e curò i primi commenti al canone e li tradusse in Pali. L'opera classica di Buddhaghosa, il Visuddhimagga o "Sentiero della purificazione", un compendio di dottrina e pratica, è rimasta una pietra miliare della letteratura Theravāda.
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 +===== Buddhismo nel Sud-Est asiatico =====
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 +Altri importanti Paesi Theravāda nel Sud-est asiatico sono il Myanmar e la Thailandia.  Dal quinto al quindicesimo secolo, la potenza dominante nell'area era l'impero Khmer, in cui diverse forme di induismo e di Buddismo Mahāyāna erano popolari. Varie scuole di buddismo fiorirono fino a quando il re Anawrahta (1044-77) unificò il Paese conquistando la parte meridionale del Paese e diede la sua fedeltà al Theravāda, sebbene sia probabile che il Theravāda fosse dominante anche prima. Il theravāda si era da tempo insediato nel regno Mon di Haripuñjaya e il regno di Dvāravatı̄, e nell'XI secolo furono inviate missioni dal Myanmar nella regione. I Thai, che arrivarono nella regione
 +nel XIII secolo, dopo essere stati sfollati dalla Cina dai mongoli, trovarono la tradizione Theravāda più congeniale rispetto alle elaborate forme di buddismo Mahāyāna che avevano conosciuto nel nord. La storia del buddismo in Cambogia, Laos e Vietnam non è dissimile.
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 +===== Buddhismo in Cina =====
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 +Il buddismo si diffuse a nord dall'India all'Asia centrale e raggiunse la Cina verso la metà del I secolo. In questo periodo la successiva dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.) aveva consolidato il potere cinese in Asia centrale, e i monaci buddisti viaggiavano con le carovane che percorrevano le vie della seta. Il confucianesimo dominante era in contrasto con certi pensieri del buddhismo come l'abbandono della famiglia e quindi le comunità buddhiste erano uno stato nello stato ed erano un problema di ordine politico-pubblico. I monaci si rifiutavano inoltre di inchinarsi davanti all'imperatore. D'altra parte, c'era molto del buddismo che attraeva i cinesi, in particolare domande legate alla morte e all'aldilà che il confucianesimo relegava in secondo piano. Il buddismo condivideva alcune somiglianze con un'altra filosofia cinese, il Taoismo, una forma di misticismo della natura e quindi poteva trovare terreno fertile. In alcune aree il buddismo e il taoismo si sovrapponevano, e la meditazione buddista sembrava orientata verso lo stesso obiettivo di quiete interiore e di "azione senza azione" (wu-wei) perseguito dal Taoismo. Una scuola di Buddismo cinese nota come Ch'an (l'antenato dello Zen giapponese), è nata da questa interazione. 
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 +===== Buddhismo in Giappone =====
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 +Il buddismo vi giunse nel VI secolo passando per la Corea, ma
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 +ma ha tratto gran parte della sua ispirazione dalla Cina continentale. Il periodo Heian (794-1185) ha visto lo sviluppo di scuole come l'eclettica Tendai e l'esoterica Shingon. Le scuole delle Terre Pure, forma distintiva del buddismo giapponese basata sulla devozione al Buddha Amida - iniziarono a svilupparsi in questo periodo e raggiunse il suo apogeo nel periodo Kamakura (1185-1333). Nichiren (1222-82) fondò un nuovo movimento religioso che faceva del Sūtra del Loto il centro della pratica cultuale. Invece di recitare il mantra Namu Amida Butsu o "Omaggio al Buddha Amida" per assicurarsi la rinascita nel paradiso di Amida, i seguaci di Nichiren recitavano il mantra Namu myōhō renge kyō che significa "Onore al Sūtra del Loto del Vero Dharma". Il buddismo giapponese ha un forte orientamento sociale ed enfatizza i valori della comunità e del gruppo. Oltre alle scuole della Terra Pura e di Nichiren, la terza scuola più importante del buddismo giapponese è lo Zen. La parola "Zen" deriva dal sanscrito dhyāna che significa "trance".
 +e la meditazione svolge un ruolo centrale e avviene in maniera intuitiva non in maniera logica (satori). Tra i due rami principali dello Zen, la scuola Sōtō ritiene che la meditazione calmante sia tutto ciò che è necessario, mentre lo Zen Rinzai utilizza altre tecniche come fulcro della meditazione. La più nota è l'uso di indovinelli insolubili, noti come kō-an.
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 +===== Buddhismo in Tibet =====
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 +Il buddismo è entrato in Tibet solo nell'ottavo secolo. La forma di buddismo che vi fiorì è conosciuta come Tantra, Vajrayāna ("Il veicolo della folgore") ), o per il frequente uso di formule e canti magici, Mantray ("Mantra") formule e canti magici, Mantrayāna.  Tantra fanno uso di mistici diagrammi (mandala) e formule magiche (mantra), e sono scritti in una misteriosa "lingua crepuscolare" (sandhyabhāsā) a cui solo gli iniziati hanno la chiave. L'iniziazione viene impartita da un guru (in tibetano: lama) che insegna il significato esoterico delle parole e dei simboli ai suoi studenti. I Tantra insegnano che qualsiasi cosa, anche il desiderio, può essere usata con profitto come mezzo per la liberazione. Le passioni vengono considerate non come malvagie, ma semplicemente come una potente forma di energia. Gran parte dell'arte e dell'iconografia tibetana ha un contenuto esplicitamente sessuale. La più influente scuola del buddismo tibetano fu il Gelug-pa fondato da Tsong-kha-pa nel
 +XIV secolo. Si attengono rigorosamente alla Regola monastica che, tra i molti altri requisiti, insiste sul celibato per i monaci. Una scuola, Nying-ma-pa ("gli Antichi"), tuttavia, ammette una forma di sacerdozio sposato. Esiste poi la carica di Dalai (Oceano di saggezza) Lama che avrebbe il ruolo di potere spirituale e di potere temporale. Il quattordicesimo Dalai Lama, Tenzin Gyatso, è stato costretto a fuggire dal Paese nel 1959 a causa dell'invasione cinese del 1950. Da allora risiede a Dharamsala, nel nord-ovest dell'India. 
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