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teora_politica_2022_23

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 ==== La questione ebraica ==== ==== La questione ebraica ====
Linea 203: Linea 204:
 Il limite dell’emancipazione politica appare immediatamente nel fatto che lo Stato […] può essere un libero Stato senza che l’uomo sia un uomo libero. […] L’uomo per mezzo dello Stato, politicamente, si libera di un limite, innalzandosi oltre tale limite, in contraddizione con se stesso, in modo astratto e limitato, in un modo parziale. Ne consegue inoltre che l’uomo, liberandosi politicamente, si libera per via indiretta, attraverso un mezzo, anche se un mezzo necessario. […] La religione è appunto il riconoscersi dell’uomo per via indiretta. Attraverso un mediatore. Lo Stato è il mediatore tra l’uomo e la libertà dell’uomo. Come Cristo è il mediatore che l’uomo carica di tutta la sua divinità, di tutto il suo pregiudizio religioso, così lo Stato è il mediatore nel quale egli trasferisce tutta la sua mondanità, tutta la sua spregiudicatezza umana (55-56). Il limite dell’emancipazione politica appare immediatamente nel fatto che lo Stato […] può essere un libero Stato senza che l’uomo sia un uomo libero. […] L’uomo per mezzo dello Stato, politicamente, si libera di un limite, innalzandosi oltre tale limite, in contraddizione con se stesso, in modo astratto e limitato, in un modo parziale. Ne consegue inoltre che l’uomo, liberandosi politicamente, si libera per via indiretta, attraverso un mezzo, anche se un mezzo necessario. […] La religione è appunto il riconoscersi dell’uomo per via indiretta. Attraverso un mediatore. Lo Stato è il mediatore tra l’uomo e la libertà dell’uomo. Come Cristo è il mediatore che l’uomo carica di tutta la sua divinità, di tutto il suo pregiudizio religioso, così lo Stato è il mediatore nel quale egli trasferisce tutta la sua mondanità, tutta la sua spregiudicatezza umana (55-56).
  
 +Abbiamo un problema di alienazione, ovvero lo Stato diventa la proiezione della nostra libertà, siamo liberi solo nello e attraverso lo Stato e quindi viviamo una liberazione indiretta lo Stato come il Cristo media sulla nostra salvezza; dove è la reale emancipazione? intendo essa come il non essere sotto tutela e quindi indipendenti. Proiettiamo fuor di noi la nostra umanità, vorremo realizzare il nostro essere umani universalistico, ma cerchiamo di farlo attraverso lo Stato che però lo realizziamo in maniera astratta e limitata: sulla terra rimaniamo pervasi di spirito religioso e subiamo una scissione tra l'ideale cittadino e la vita umana concreta, abbiamo qui una critica del concetto di cittadinanza e delle sue mancate ricadute reali. 
 +Gemain wesen, ovvero ente generico, essere in comune, entità umana cerchiamo di realizzarla entro lo Stato abbiamo una scissione tra cittadino universale entro e tramite lo Stato e l'uomo che fa i suoi interessi ed è pervaso di pensiero religioso. Quando lo Stato dice siamo tutti cittadini uguali, intende che di fronte allo Stato come a Cristo siamo tutti uguali indipendenti da soldi, religione, classe, etc però non lo siamo infatti la costituzione del '79 è escludente nei confronti delle donne. Marx mostra le differenze e la scissione tra stato e società civile, nello stato il cittadino è inteso come universale, mentre in società civile, ogni individuo è un privato che soddisfa i propri bisogni poiché è inserito in una rete di relazioni egoistiche (un po' diverso dall'idea di sistema di scambio di hegel).
  
 +Marx porta esempio proprietà privata, lo stato laico si libera di religione, ma la religione rimane presente in società civile e idem si libera del censo che aveva avuto una sua funzione politica, ovvero permetteva il voto, ma nella società civile la proprietà è ancora rilevante, ha ancora uno spazio politico, abbiamo quindi un individuo scisso la sua universalità si realizza in maniera astratta attraverso la mediazione dello stato, ma sul piano civile, reale e concreto subiamo ancora delle differenze e delle discriminazioni.
  
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 +Dove lo Stato politico ha conquistato il proprio autentico sviluppo, lì l'uomo conduce non solo nel pensiero, nella coscienza, ma nella realtà, nella vita, una doppia vita, una celeste e una terrena. La vita nella comunità politica, nella quale egli si considera come ente comunitario, e la via nella società civile, nella quale agisce come uomo privato, che considera gli altri uomini come mezzo, degrada se stesso a mezzo e diviene trastullo di forze estranee. […] Nello Stato dove l’uomo vale come ente generico, egli è il membro immaginario di una sovranità immaginaria, è spogliato della sua reale vita individuale e riempito di un’universalità irreale (57).
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 +Che vuol dire astrazione dello stato? noi in quanto titolari di diritti siamo persone giuridiche, lo stesso concetto di persona è un concetto produttivo, viene dal teatro e indica mettere in scena qualcosa che non c'è, ossia indossare una maschera e impersonificare qualcosa che non c'è, si ragiona nei termini di assenza, di astrazione. la persona giuridica è pertanto una dimensione illusoria dove in teoria tutti sono uguali, le stesse multinazionali utilizzano i concetti di persona giuridica, oppure la banca che base c'è una differenza abissale tra noi e loro, noi continuiamo ad esistere come privati e/o proprietari che seguono i propri interessi ed entrano in contatto con l'altro. Marx fa una distinzione tra coscienza ovvero una proiezione verso l'esterno, come la religione e la vita reale scissa tra realtà privata e universalità consegnata a istituzioni giuridiche, persiste l'alienazione di ciascun individuo che affida la propria umanità ad un ente esterno che diventa l'esteriore necessità di cui parlava Hegel. 
 +A Marx interessa criticare lo stato e il diritto in quanto tali, superamento della teoria di Bauer, lo Stato stesso è una forma di religione, infatti conia il termine teologia politica che Carl Schmitt la riprenderà dicendo che tutti i concetti politici sono concetti teologici secolarizzati.  Marx vuole mostrare la continuità dell'alienazione dell'emancipazione umana in religione e in politica.
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 +La democrazia politica è cristiana, poiché in essa l'uomo ‒ non solo un uomo, bensì ogni uomo ‒ ha il valore di essere sovrano, di essere sommo; tuttavia si tratta dell'uomo nel suo aspetto fenomenico incivile e asociale, l'uomo nella sua esistenza casuale, l'uomo così come capita, l'uomo corrotto, perduto e alienato a se stesso, soggiogato a rapporti e a componenti disumani per mano dell'organizzazione della nostra società nel suo complesso: in una parola, l'uomo che ancora non è un reale ente di genere (65).
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 +Abbiamo qui una critica all'emancipazione politica attraverso lo Stato, Marx coltiva l'idea di un'emancipazione umana, ossia una possibilità di essere pienamente realizzati nel nostro essere umani condividendo questo nocciolo comune di esistenza, dentro lo stato non viviamo l'umanità, ma viviamo relazioni strumentali, entriamo in contatto per servirci a vicenda, in realtà siamo a-sociali con relazioni che non ci uniscono per davvero si hanno rapporti senza relazioni. 
 +La critica forte di Marx è che l'emancipazione politica è un'idea falsa, falso universalismo i diversi cittadini sono legati da rapporti sociali di dominio
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 +Si tratta della libertà dell’uomo in quanto monade isolata e ripiegata su se stessa, […] [basata] non sul legame dell’uomo con l’uomo, ma piuttosto sull’isolamento dell’uomo dall’uomo. Esso è il diritto a tale isolamento, il diritto dell’individuo limitato, limitato a se stesso. L’utilizzazione pratica del diritto dell’uomo alla libertà è il diritto dell’uomo alla proprietà privata (70).
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 +qui troviamo il nesso libertà-prorpietà, ovvero io sono libero di usare la mia proprietà è uguale alla mia libertà consiste nel fare i miei interessi, ed è la base nella nostra società basata sullo scambio e sul mercato e con cui soddisfiamo i nostri bisogni. Lo stato è garante della libertà, dunque della proprietà, infatti deve garantire gli scambi e i mercati senza che qualcuno si prenda la libertà di impossessarsi le proprietà altrui. Ma questa libertà è una libertà che vede la libertà degli altri come limitativa, ma per Marx esiste una libertà diversa, una libertà che presuppone rapporto con gli altrie che non vede individui atomistici che perseguono i propri ristretti interessi privati. C'è la volontà in Marx di distruggere il nesso proprietà-libertà che vilupperà nei suoi scritti successivi. L'individuo dovrebbe essere proprio colui che non è diviso e invece nello stato si trova scisso bisogna ristabilire l'unità.
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 +[la sicurezza è] il più alto concetto sociale della società civile, il concetto della polizia, secondo cui l’intera società esiste unicamente per garantire a ciascuno dei suoi membri la conservazione della sua persona, dei suoi diritti e della sua proprietà […]. Col concetto di sicurezza la società non si innalza oltre il suo egoismo. La sicurezza è piuttosto l’assicurazione del suo egoismo (71). 
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 +Per Hegel polizia/provvidenza vuol dire la cura dell'interesse privato come un bene comune, Marx vede un paradosso in cui si utilizza il pubblico per gi interessi privati. All'epoca di Marx polizia non è ancora equivalente a polizia criminale, ma le scienze di polizia sono le scienze dell'organo e della gestione della società, sono pe esempio gestione delle risorse alimentari ed energetiche fino anche al punire se qualcun lede un diritto, quindi apparato amministrativo che garantisce la sicurezza, quindi garantisce la proprietà privata, il diritto legato ad essa e amministra complessivamente la società civile, quindi la sicurezza per l'interesse privato
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 +Con ciò la rivoluzione politica soppresse il carattere politico della società civile. Essa scisse la società civile nelle sue parti costitutive: da un lato, gli individui; dall’altro, le componenti materiali e spirituali che formano il contenuto della vita, la situazione civile di questi individui. Svincolò lo spirito politico […] e lo costituì come l'ambito della comunità, dell'interesse universale del popolo, in un'ideale indipendenza da quelle componenti particolari della vita civile. […] Però la realizzazione dell’idealismo dello Stato fu, al tempo stesso, la realizzazione del materialismo della società civile. […] L'emancipazione politica fu al tempo stesso l'emancipazione della società civile dalla politica, dalla parvenza stessa di un contenuto universale (74-75).
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 +Abbiamo una storicizzazione del rapporto tra Stato e società civile, in particolare con le forme moderne uscite con la rivoluzione francese. Prima di essa la società civile era politica nels enso che le particolarità degli individui, tipo far parte di una corporazione, di un ceto, di un ordine avevano un riconoscimento politico e non venivano ignorate, ovvio c'erano diritti e doveri diseguali, ma perlomeno la società civile era intrisa di politicità. Per Marx l'emancipazione politica moderna è l'emancipazione della politica dalla società civile, ovvero lo Stato di rende universalmente libero, ti fa cittadino, ma all'interno della società permangono le disuguaglianze sociali, ma non rioconosciamo più che siamo politicamente rilevanti poichè la politica è totalmente concentrata nello e sullo Stato. Marx rivuole riportare la politicità nella società civile 
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 +La contraddizione in cui si trova la potenza politica pratica dell’ebreo con i suoi diritti politici è la contraddizione della politica con la potenza del denaro in generale. Mentre la prima sta idealmente al di sopra della seconda, nel fatto ne è divenuta la serva. […] Il denaro è l’essenza estraniata all’uomo, del suo lavoro e della sua esistenza, e questa essenza estranea lo domina, egli l’adora. […] Lo stesso rapporto generico, il rapporto tra uomo e donna, diviene un oggetto di commercio! La donna è oggetto di traffico (81-82).
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 +fa comparire l'elemento del denaro in società in chiave antisemita, condivideva al tempo l'idea che gli ebrei fossero la principale forza finanziaria del tempo, abbiamo l'identificazione del denaro come forza sociale è qualcosa di prodotto dall'uomo che tuttavia non appartiene a chi è prodotto, è una forma estraniata di rapporto di dominio, problema teologico del denaro, qualcuno govern agli altri con il denaro. 
  
 +Per lui la rivoluzione francese è politica al massimo grado ovvero è società che si libera dalle istituzioni che la trattengono, mutano i rapporti sociali e si vuole mutare le istituzioni, la borghesia sgomita per emergere, ma dal punto di vista formale spoliticizza la società, l'obbiettivo è analizzare la materialità dei rapporti sociali. 
  
  
teora_politica_2022_23.1676049097.txt.gz · Ultima modifica: 2023/02/10 18:11 da kekkokek